NOTE BIOGRAFICHE

Nato a Roccaraso il 16 aprile 1894, dove con ogni probabilità apprese i primi insegnamenti musicali dal momento che in paese già dal 1876 era in attività una formazione bandistica. Nel 1901 fu costituito un complesso di soli bambini, i "Lillipuziani di Roccaraso" nel quale, forse, il Sabatini vi suonava.
Trasferitosi a Roma, si diplomò in trombone e in flicorno tenore presso il Conservatorio di S. Cecilia, istituto nel quale si dedicò anche allo studio del pianoforte e dell'armonia.
Agli inizi del Novecento tornò nel suo paese e rimanendovi fino al 1920/21, ricreando il complesso bandistico cittadino con il quale conseguì lusinghieri successi.Svolse il servizio militare presso la Regia Banda Reggimentale di stanza a Novara, alternandosi come suonatore dei due strumenti di ottone. Terminata la guerra, il complesso bandistico novarese fu sciolto a seguito di un preciso Decreto Governativo insieme alle altre bande similari. Sabatini rimase in Piemonte stabilendosi nel 1921 a Borgosesia, importante centro manifatturiero in provincia di Vercelli.
In questa cittadina vi giunse su invito di alcuni bandisti locali, che avevano avuto modo di apprezzarne le doti musicali a Novara, per dirigere la banda della locale Manifattura Lane. Sull'anno in cui Sabatini giunse a Borgosesia sussistono ancora delle incertezze in quanto nel 1924, come si legge sul retro di una foto autografata, egli si trovava a Roccaraso. Di contro, in una recensione del 1921 relativa alla manifestazione del Carnevale di quell'anno a Borgosesia, si afferma che venne eseguita una canzone del maestro roccolano.
Nell'estate del 1923, nell'ultima sua vacanza a Roccaraso, l'on. Giacomo Matteotti con la moglie Velia Titta ed i figli Giancarlo, Matteo ed Isabella furono ospiti proprio della famiglia di Sabatini.
Insieme alla direzione della banda musicale della cittadina piemontese, comunque, Sabatini doveva essere assunto dalla stessa industria, ma sembrerebbe non essere stato così. Parallelamente alla sua professione di maestro di banda, trovò impiego nella limitrofa cittadina di Quarona, nella Tessitura "Loro Piana".
Solo dopo un decennio riuscì a lavorare a Borgosesia, non in Manifattura, ma presso la Tessitura Lenot (ALEPPO 1986).Anche questa pagina della vita del maestro roccolano, comunque, è ancora da indagare dal momento che, secondo altri, invece, Sabatini riuscì a lavorare nella Manifattura Lane di Borgosesia ("La Gazzetta di Borgosesia").
Pur essendo stati anni di duri sacrifici, il Sabatini ebbe dalla musica sempre grandi soddisfazioni. E' in questo periodo che allestì anche un'orchestra che fu sempre richiesta nei comuni del territorio e alla cui attività alternava quella di direttore della banda "G. Verdi" di Borgosesia. Quest'ultima, dal 1926, rafforzatosi grazie all'unione con l'altro complesso cittadino "Musica Armonie Giuseppe Verdi", era divenuta municipale.
Con tale formazione ottenne importanti successi anche fuori dai confini nazionali; memorabile fu l'ovazione ricevuta dal pubblico al termine dell'esecuzione di una sua marcia suonata in occasione di un concerto a Sarnen, in terra svizzera. Lusinghieri furono anche gli apprezzamenti ottenuti ai raduni bandistici di Varallo Sesia nel 1932 e nel 1935. Nel 1933 la banda è in trasferta a Roma e poi si esibisce a Borgosesia al passaggio di Mussolini dopo una sua visita alla Manifattura Lane.
Al termine della prima guerra mondiale consolidò la sua amicizia con l'editore Pietro Vidale di Borgosesia, che gli commissionò la strumentazione di brani di musica classica eseguibili anche da piccoli complessi bandistici, incarico che Sabatini svolse brillantemente. Da questa collaborazione nacquero molte marce che ancora oggi sono presenti nei repertori di bande musicali soprattutto settentrionali. Questo successo lo convinse ad iscriversi alla Siae. Nel 1947 partecipa, con la banda musicale di Borgosesia, al concorso di S. Giusto.
Tra il 1947-49 e 1958-61 Sabatini diresse la banda della Cartiere Burgo di Romagnano Sesia con la quale, nel 1948, partecipò a un concorso tenutosi a Torino classificandosi al quarto posto: "Nel '48 siamo andati a Torino a fare un concorso, dove c'erano sette bande. Siamo arrivati quarti. Come pezzo d'obbligo c'era il "Nabucco" e come pezzo a scelta noi avevamo la "Guarany" di Gomez. Il maestro allora era Sabatini, che era arrivato nel '47. Siamo arrivati quarti solo perchè nella "Guarany" a un certo punto bisognava fare un bel crescendo e finire tutti insieme, di colpo; e siccome il piattista non leggeva mai la musica, ma era il cassista che gli faceva sempre segno con il gomito, lì non si sono capiti bene, o il piattista non stava attento, comunque si è sentito un bel colpo di piatti quando eravamo già tutti zitti. Proprio dopo quel concorso lì il direttore della Cartiera, che allora era Cerrina, ci dice: "Ah... non siete capaci, io ne ho abbastanza di spendere soldi per la banda", e allora ha chiuso tutto" (cfr. il sito web della banda).
Dal 1950/52 al 1958, invece, è alla direzione del complesso bandistico di Crocemosso per poi tornare alla guida della banda di Romagnano Sesia e, contemporaneamente, di quella di Borgosesia che aveva riorganizza dopo un momento di crisi a causa della mancanza di rimpiazzi ai vecchi bandisti. Risale a questo periodo una sua composizione, eseguita nel 1959 dalla banda di Pontedera al Concorso Internazionale di Differdange (Lussemburgo), a cui fu assegnata la coppa internazionale del Granduca Adolfo. Diresse le due bande fino al giorno in cui si sentì male, preludio della sua fine che prematuramente, dopo un breve ricovero in ospedale, avvenne a Borgosesia il 18 luglio 1961.
"Quello di San Pietro in Piazza Cavour e al Parco della Rimembranza per la festa di S. Bernardo, proprio il giorno prima di sentirsi male, sono stati i suoi ultimi applauditi, gustati concerti. Non lo vedremo più ritto sul podio dirigere i suoi musicanti con quel suo slancio, quell'entusiasmo, quella passione che denotavano quanto la musica la sentisse in lui, come era tutto per lui, espressione di arte vera, la più sublime che eleva e rende migliori" ("La Gazzetta di Borgosesia").
In un sondaggio promosso dal giornale "Il Corriere Valsesiano" (14.4.1995, n. 15) di Romagnano, per eleggere il cittadino del secolo, Sabatini ottiene il quarto posto e risulta il primo assoluto tra i musicisti locali con 383 preferenze. L'amministrazione comunale di Borgosesia, invece, gli ha dedicato una strada all'altezza della rotonda che divide il Viale delle Rimembranze da Via XXV Aprile.
"Come uomo, ha goduto di una grande stima a Borgosesia, per la sua onestà, per la sua generosità, per i suoi immancabile aiuto morale e materiale a quanti ne avessero bisogno. Lavoratore serio e scrupoloso, ha lasciato, come artista, un copioso documento della sua vena musicale, una testimonianza di capacità ed estro musicale dedicati alla banda, questa espressione popolare fucina di musicisti che in ogni parte d'Italia eseguono oggi le sue impeccabili composizioni, conoscendolo attraverso la sua opera e riconoscendogli tutto il contenuto e contributo che attraverso l'espressione della sua musica ha dato all'evoluzione dell'arte bandistica".
Con queste parole fu ricordato nel 1986 dal maestro Giancarlo Aleppo che dal 1963, dopo essere stato preceduto per un brevissimo periodo nel quale si succedettero Antonio Tatone (anch'egli abruzzese) e Antonio Jerzi, prese la guida della Banda di Borgosesia migliorandone ulteriormente il livello qualitativo (cfr. il sito web della banda).
Nei primi anni della sua permanenza a Borgosesia, Enrico Sabatini allestì anche un'orchestra da ballo, "Orchestra Azzurra" (inizialmente chiamata "Orchestra Sabatini") che fu sempre richiesta nei comuni del territorio e alla cui attività il maestro alternava quella di direttore della banda "G. Verdi"di Borgosesia.
Ulteriore testimonianza di questa esperienza di intrattenimento musicale, fino a qualche decennio fa, presso l'Hotel Flora di Stresa si conservava ancora il pianoforte di Sabatini, come si leggeva sullo strumento, a testimonianza di questa sua attività per gli ospiti di quell'albergo.



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